martedì 26 luglio 2011

Ilary: "Che errore quelle foto sexy"





"Avevo da poco compiuto 18 anni. Ero reduce da Miss Italia e volevo sfruttare il momento. Mi proposero di posare a Lampedusa, dissi sì senza pensarci, non ci vedevo nulla di male". Ilary Blasi commenta così a "Vanity Fair" alcuni scatti sexy emersi dal suo passato e che il settimanale pubblica insieme a un servizio nuovo di zecca in cui Ilary appare come una sofisticata femme fatale.

Quello datata è un servizio che Ilary, con gli occhi di oggi, vorrebbe non aver fatto. "In quel momento mi interessavano i soldi, e mi pagavano bene. Mi sembrava una buona occasione per comprarmi la macchina - dice -. Invece, col senno di poi, era una fregatura che a distanza può anche fare male".

Perché? "Usate in un altro contesto, e con malizia, immagini come quelle possono essere dannose. A 18 anni sei una ragazzina e c’è il desiderio di sentirsi attraenti, desiderate. Basta dare un'occhiata ai profili di Facebook: quante sono quelle che postano immagini provocanti, e non per questo cercano avventure particolari? Ma è in quel momento che si deve fare attenzione a non esagerare. La seduzione è un’arma che bisogna imparare presto a manovrare con cura, perché c’è sempre il pericolo di lanciare un messaggio ambiguo".

Riguardandosi oggi la Blasi ammette di non sentirsi del tutto a suo agio... "Mi vergogno. Certo, ritirare fuori immagini vecchie di 12 anni non è un gran bel gesto, ma non ce l’ho con il fotografo, devo solo prendermela con me stessa - spiega -: non avrei dovuto cedere al richiamo del denaro facile. D’istinto una vorrebbe cancellare le cazzate che ha fatto da ragazza, invece è più giusto ricordarsi delle proprie debolezze: aiuta a crescere".

Pensando all'oggi invece quello che non riesce proprio a digerire è il topless che le è stato rubato mentre era in vacanza a Formentera, approfittando di una finestra aperta sulla sua camera d’albergo, e poi finito in copertina di "Chi". "Sono rimasta male: quella è violenza - afferma -. Spogliarmi per un servizio fotografico può non essere un problema, ma è un mio diritto scegliere se, quando e per chi. Ma questa volta mi è stata tolta la possibilità di mostrarmi con il decoro che adotto sempre in pubblico. Ero inconsapevole di quello che stava accadendo e non potevo difendermi: lo trovo grave, un colpo basso, e ci deve essere un limite".

fonte: tgcom